Quali sono le differenze tra i cimiteri italiani e i cimiteri all’estero

News inserita il 12/02/2018


I cimiteri italiani appartengono alla tradizione cattolica mediterranea e non sono molto diversi dalle necropoli dell’antica Roma. Ecco un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso i cimiteri, i luoghi dell’eternità per eccellenza.

Le caratteristiche dei cimiteri in Italia

Le tradizioni legate alle onoranze funebri sono cambiate nel tempo a cominciare dall’allestimento del funerale che diversi anni fa era curato all’interno della famiglia stessa da un parente che si faceva carico di tutto il necessario e delle pratiche da svolgere, mentre oggi è consono rivolgersi ad un’agenzia funebre come la Cattolica San Lorenzo in grado di assistere i parenti in ogni fase del rituale. Mentre le tradizioni cambiano, i cimiteri no, o quasi.

Ciò che caratterizza i cimiteri mediterranei e cattolici è la materialità: monumenti, statue, tombe in marmo, mausolei, viali lastricati, tempietti, cappelle, viali, panchine, fontane. Una vera e propria “cittadella” concepita per i morti e che riproduce in parte la struttura e le dinamiche di una città vera. Tutto rimanda alle necropoli greco-romane in cui le tombe addirittura riproducevano o richiamavano lo stile di vita del defunto con decorazioni, intagli, rilievi e una quantità di oggetti di uso quotidiano appartenuti al defunto. Ugualmente oggi, le tombe – grandi o piccole, a muro o a interrate – sono “rivestite” in ogni dettaglio e spazio occupabile da elementi e oggetti che inquadrano la personalità della persona defunta, quasi a voler comunicare anche agli estranei e al passante distratto, chi era la persona scomparsa. Questa materialità sembra mettere in secondo piano l’aspetto “naturalistico” e ambientale dei cimiteri italiani che nell’immaginario comune è relegato al classico viale di cipressi. Ben diverso, infatti, è l’aspetto dei cimiteri all’estero.

Le caratteristiche dei cimiteri all’estero

A differenza dei cimiteri italiani, la maggior parte dei cimiteri all’estero, in parte cattolici, ma soprattutto quelli di religione protestante sono concettualmente all’opposto: il cemento lascia il posto alla natura, per cui è facile imbattersi in file di croci o lapidi basilari, molto semplici e spesso tutte uguali completamente immerse nel verde, all’interno di parchi maestosi, con distese di prati ben rasati e curati (basti pensare al cimitero mausoleo in memoria dei soldati caduti nel corso dello sbarco in Normandia).

Se la cultura mediterranea celebra la morte attraverso l’oggettistica e la rappresentazione visiva, la cultura nordica contempla la morte che viene sconfitta dalla natura che viva sovrasta le spoglie mortali – che ormai prive di differenze – sono “appianate” allo stesso livello.

Le differenze sono anche dovute a condizioni climatiche e a densità di popolazione evidentemente diverse. Una cosa, però, a lungo è stata in comune tra i cimiteri cattolici italiani e quelli cristiano-protestanti all’estero: la vicinanza di una chiesa. Mentre ancora oggi, all’estero la maggior parte dei cimiteri sono attigui alle chiese, in Francia e in Italia, i cimiteri sono stati lentamente spostati dalle immediate adiacenze di una chiesa a zone sempre più distanti dai centri abitati. Fu un’esigenza – entrata in uso in epoca illuminista – dettata da questioni di igiene pubblica.

Stile e dimensione delle tombe in Italia

Girovagando nei cimiteri storici ci si rende subito conto che a parte le tombe dei nobili e degli aristocratici – ricche anche nell’estrema dimora – le tombe più antiche erano strette, lo spazio per accogliere una croce (in legno, ferro o pietra) di modeste dimensioni, una sola pianta preferibilmente una perenne (crisantemi, garofani, viole e mughetti) o rampicante (edera), bosso o alloro. La lapide a muro si confondeva con l’ambiente circostante. Oggi, le lapidi si sono allargate con cornici, coperture, confini ben delineati e spazio che funziona da davanzale per posare piante e oggetti, quasi come delle piccole cappelle – un tempo destinate ai soli benestanti – e oggi sempre più diffuse per rendere democratica l’ultima dimora, avvicinando i nostri cimiteri al concept dei cugini d’oltralpe.